
Per contrastare il COVID-19 le scuole resteranno chiuse fino al 3 aprile ma probabilmente ci sarà una proroga fino a metà maggio.
Intanto ci sono dei dati incoraggianti sulle lezioni online.
Oltre l’80% dei docenti la sta, adottando.
La difficoltà, piuttosto, sta nel come viene affrontata. Sia da parte degli insegnanti che degli studenti. Soprattutto nel medio periodo, dopo i primi giorni di grande spinta emotiva. Lo stesso ministero invita a esercitare una necessaria attività di programmazione, al fine di evitare sovrapposizioni tra l’erogazione a distanza, nella forma delle “classi virtuali”, tra le diverse discipline ed evitare sovrapposizioni.
D’altronde l’aspetto organizzativo è il più complesso. Si parla spesso dell’impegno dei docenti, dimenticando che nessuna circolare o dettame ministeriale ha imposto agli alunni di stare per 6 ore consecutive davanti allo schermo del pc o dello smartphone perché è impossibile ricreare in tutto e per tutto il contesto scuola.
Bisogna invece considerare che numerosi docenti stanno lavorando per un numero di ore maggiore rispetto al loro lavoro classico a scuola. Questo perché la didattica a distanza necessità di competenze, materiali, ripensamento della modalità didattiche. Non dimenticando, cosa che molti dirigenti fanno, purtroppo, che se la didattica a distanza è un obbligo, come esercitarla è un diritto dei docenti.
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