Le 5 regole per i genitori (più una per la scuola) per scegliere l'indirizzo scolastico delle superiori


1) Il dialogo. Sembra una cosa banale da dire, ma è difficile. A volte le aspettative di madri e padri non sono allineate a quelle dei figli. E manca il confronto, anche due chiacchiere a cena. Dunque: ascoltatevi, guardatevi negli occhi, confrontatevi.

2) Come va nelle varie discipline alle medie? A volte si fanno scelte senza pensare al percorso scolastico che il ragazzo o la ragazza stanno facendo. Loro sanno se, quando vanno a fare matematica, non fanno fatica, si sentono bene o al contrario non riescono neanche ad aprire il libro perché viene il mal di stomaco. Se non muovo le mani per costruire qualcosa o capire un congegno sto male? Sono un sognatore? Portateli a farsi queste domande. Inoltre tenete conto del consiglio orientativo dei professori delle medie. Il successo scolastico alle superiori, dimostra una ricerca del ministero all'Istruzione, è più elevato di oltre il 20% in chi lo ha seguito rispetto a chi non ne ha tenuto conto

3) Raccogliere informazioni. Non fermatevi alla prima scuola che si vede. E non fatevi abbagliare troppo dalle strutture, che contano ma se un istituto ha dei laboratori bellissimi, ma non corrisponde alle attitudini del ragazzo, non va bene comunque. Parlate con le persone che hanno fatta la scuola verso cui vi state indirizzando. Nelle visite, dove possibile, andate a parlare con gli studenti che la stanno frequentando per farvi dire cosa pensano del corso.

4) Mercato del lavoro. Per molte famiglie è al primo posto, noi lo mettiamo all'ultimo. Un occhio all'andamento del mercato del lavoro bisogna averlo, ma in cinque anni, se non almeno dieci per chi va all'università, il mondo nel frattempo è cambiato. Come sarà il lavoro nel 2032? Chi può dirlo.

5) Genitori o figli? Anche in caso di contrasto, le aspirazioni del ragazzo vanno privilegiate rispetto a quelle dei genitori.

6) E la scuola? Ci vuole maggiore raccordo tra medie e superiori e la didattica deve essere più orientativa, cioè bisogna lavorare sulle competenze non solo sulle conoscenze. Se si fanno solo lezione ex cattedra non si riesce  a capire se quel ragazzo o quella ragazza sono portati per qualcosa. Creare, dunque, una didattica come esperienza.


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